Bulimia - Psicologo Susanna Scartoni

Che cos’è la bulimia?

Adamo voleva la mela non per amore della mela ma perché era proibita. Il problema fu di non avergli proibito il serpente perché altrimenti si sarebbe mangiato quello”. Mark Twain

La bulimia, etimologicamente tradotta come fame da bue, è considerata, sia dalla nosografia psichiatrica che dalla letteratura del settore, come un disturbo alimentare caratterizzato da condotte di eliminazione successive alla eccessiva ingestione dei cibi. La continua ricerca intervento svolta al Centro di Terapia Strategica da G. Nardone e collaboratori, secondo la quale  si conosce un problema attraverso la sua soluzione, ovvero sono le soluzioni costruite ad hoc per quel tipo di problema che mi spiegano il suo funzionamento e non viceversa, ha permesso di distinguere nettamente la bulimia dalla sindrome da vomito o vomiting. Già il volume “Le prihgioni del cibo” (Nardone G, Milanese R., Verbitz T., ). riporta una classificazione differente rispetto a quella proposta dalla letteratura nosografica rispetto ai disordini alimentari, introducendo una prima differenziazione tra bulimia e sindrome da vomito.Secondo il modello di terapia breve strategica la bulimia è quella patologia caratterizzata essenzialmente  dalla irrefrenabile compulsione a mangiare dovuta, non tanto alla fame, quanto al desiderio sfrenato della consumazione del cibo. In questi casi la persona non si rende nemmeno più conto di cosa sta mangiando e di ciò che le piace ma ingerisce tutto ciò che trova per il piacere di ingozzarsi. Spesso il cibo diviene un sedativo delle sofferenze e la ciccia diventa una sorta di protezione dal mondo esterno, in effetti le persone bulimiche sono persone con una grande fragilità emotiva che si proteggono attraverso il grasso come il carciofo protegge il suo cuore tenero e buono attraverso le foglie dure e spinose.


Come si sviluppa il problema della bulimia. 

Il sistema percettivo reattivo, ovvero la ridondante modalità attraverso la quale la persona risponde alla personale percezione della realtà, è caratterizzata da una sfrenata tendenza ad abbuffarsi, connotata da un piacere incontrollabile nel mangiare e da una intensa paura di perdere il controllo. La tentata soluzione prevalente è il tentativo di controllo del desiderio di mangiare che produce paradossalmente l’aumento della voglia di abbuffarsi. La prevalente tentata soluzione che alimenta la persistenza del problema bulimia è il controllo che fa perdere il controllo. Le persone bulimiche arrivano in terapia essenzialmente perché stanche di questa continua lotta con il cibo.


Risolvere la bulimia con la terapia breve strategica

“Quello che dobbiamo fare prima di tutto è  cercare di eliminare il desiderio di sbracarsi. Per eliminare la necessità di sbracarsi dobbiamo eliminare ciò che la produce, ciò che la produce sembrerebbe essere il tentativo di controllo e di restrizione ai pasti. Per il piacere vige una regola, se te lo concedi potrai rinunciarvi, se non te lo concedi diventerà irrinunciabile”.

Attraverso la dieta paradossale, che prescrive di mangiare ai tre pasti solo e soltanto ciò che piace di più, si raggiungono risultati sorprendenti. Prima di tutto si arriva a eliminare completamente le abbuffate al di fuori dei tre appuntamenti quotidiani col cibo e successivamente a ridurre quantità e a modificare la qualità degli alimenti scelti attraversio il recupero spontaneo dell’autoregolazione, quel meccanismo che fa percepire ciò di cui il corpo ha più bisogno come ciò che piace di più.


BIBLIOGRAFIA


LE PRIGIONI DEL CIBO
Vomiting Anoressia Bulimia. La terapia in tempi brevi

Autore: Nardone G., Verbitz T., Milanese R.

Anno: 2009

Editore: Tea Edizioni, Milano – (Visita il sito)

AL DI LÀ DELL’AMORE E DELL’ODIO PER IL CIBO
Guarire rapidamente dalle patologie alimentari

Autore: Giorgio Nardone

Anno: 2003

Editore: BUR Rizzoli – (Visita il sito)

Collana: BUR Psicologia e società

Collana: Tea pratica

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